La mia esperienza a Kyoto

2017年10月11日水曜日

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La mia esperienza a Kyoto

Mi chiamo Giulia Iacuz e grazie a Ca’ Foscari ho potuto trascorrere sei mesi al KICL a Kyoto.  Sono capitata nella classe中級3A , dove ho incontrato gente di varie nazionalità, principalmente  da Taiwan, ma anche da Singapore, Cina, America e Austria. 


La mia classe
Grazie a ciò non solo ho potuto conoscere meglio il Giappone ma ho imparato anche cose nuove su altri paesi a cui non mi ero mai interessata prima. Il clima in classe era molto piacevole, dato che la nostra insegnante aveva più o meno la nostra stessa età si parlava e si scherzava insieme senza problemi, e anche gli altri docenti e il personale della segreteria erano sempre gentili e disponibili, pronti ad aiutarmi ogni volta che chiedevo spiegazioni per esempio su come pagare le bollette o altri problemi burocratici.


Cena d'addio col club
Per conoscere più giapponesi e fare più esperienze mi sono unita al club di taido 太道, un tipo di arte marziale pressoché sconosciuta anche tra i giapponesi, difatti quel club non godeva di grande popolarità, tanto che alla fine non siamo rimasti che in due. Però sono molto felice di averlo scelto, ho creato un buon rapporto con i pochi membri rimasti, tanto che mi hanno offerto ben tre cene e mi hanno regalato un sacco di souvenir quando me ne sono andata.






 


uno degli scambi coi giapponesi
In generale ho cercato di fare più esperienze e di conoscere più gente possibile. Ho sempre partecipato ai vari scambi con gli studenti delle varie università giapponesi e mi sono sempre divertita un sacco.  

Probabilmente l’evento migliore è stato il barbeque sul fiume Katsura ad Arashiyama, conclusosi con una battaglia a secchiate d’acqua.
Non ho scelto l’home stay perché volevo più libertà, così ho optato per il dormitorio. Sinceramente quando sono arrivata sono rimasta scioccata: niente bagni in stile occidentale, doccia a gettoni e soprattutto una cucina sporchissima. Però mi sono arrangiata. Ho avuto un ottimo rapporto coi padroni di casa, una coppia di anziani e la loro figlia. La signora mi insegnava sempre i nomi dei fiori che sbocciavano in giardino, mentre il marito, quando mi sono messa a pulire la cucina per conto mio, non solo mi ha aiutato ma mi ha pure pagato, cosa che non mi sarei mai aspettata. Ma il rapporto migliore era con la figlia, che è molto interessata alle lingue e ai paesi stranieri, perciò faceva sempre un sacco di domande a noi inquilini e per migliorare il suo inglese mi scriveva spesso mail, anche se vivevamo nella stessa casa. E così, pur non avendo scelto l’home stay, a volte avevo lo stesso la sensazione di stare in una famiglia. Se mai tornassi a vivere a Kyoto non sceglierei mai di nuovo quel dormitorio, però ci tornerei volentieri per salutare i padroni.
In conclusione, posso dire che questo periodo a Kyoto è stato tra i migliori della mia vita e ricorderò sempre quei giorni con nostalgia. Probabilmente non incontrerò più la maggior parte delle persone che ho conosciuto ma sono felice di aver potuto passare un periodo della mia vita insieme a loro.

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